LA MONTAGNA È DONNA

Dopo anni di studi relativi alla struttura e alle dinamiche sociali, abbiamo deciso di mettere in campo le conoscenze acquisite durante il nostro percorso scolastico portando l’attenzione al nostro territorio, in particolare quello montano. Questo ha permesso a tutti noi, di portare a realizzare e a concretizzare un progetto di ricerca-azione sulle donne ed il loro ruolo in tale contesto.

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La storia femminile nel territorio trentino, specialmente in contesti rurali, va a toccare tematiche e problematiche connesse alla presenza della donna in montagna e della donna più in generale, in quanto non ancora portatrice a pieno titolo di diritti. Nei primi anni del Novecento la gran parte della popolazione attiva del Tirolo-Voralrberg è occupata nel settore dell’agricoltura e delle foreste, settore che comprende attività molto faticose (soprattutto se realizzate in montagna) come la semina, il raccolto, mietitura, raccolta della legna, cura dell’orto, lavorazione della canapa, fienagione. Spesso sono le donne ad occuparsi di queste attività, così come alla gestione delle bestie, fondamentali per un’economia di sussistenza.

Alcune donne sono poi costrette all’emigrazione stagionale oltre confine. Risulta evidente l’importanza della donna come lavoratrice, come contributo attivo nel duro lavoro agricolo montano, nella sua funzione procreatrice e anche come sportiva. La nostra ricerca, avviata nel corso dell’anno scolastico 2020-21, inizia introducendo alcuni nomi di donne che hanno costituito la trama del territorio trentino nel ‘900 e studiandone le biografie. Questo ci ha permesso di coglierne gli aspetti e le problematiche che ancora adesso sono presenti nella nostra società come la differenza di genere. In questo anno scolastico 2021-22 abbiamo deciso di approfondire il progetto aderendo al significato principale di ricerca-azione.

QUALI SONO STATE LE FIGURE FEMMINILI NEL TEMPO?

CECILIA ZULBERTI

L’atmosfera terrificante e il freddo congelavano l’animo, ma lei non si tirava indietro, mai.

SORELLE PISCHEL

Non si lasciano scoraggiare
da nessuno di coloro che cercano di
disincentivarle.

ANASTASIA SPERANDIO

Anastasia racconta il coraggio dei giovani che nel passato lasciavano le valli per andare a lavorare

ADELE ZORZI

Adele de Zorzi è stata protagonista d’importanti imprese alpinistiche nelle Pale di san Martino
di Castrozza

RITA GRAFFER

Contribuì a contenere gli stereotipi riguardo l’incapacità femminile di scalare le montagne.

MARIA PIAZ

Mare del Pordoi” colei che in gran parte ha contribuito allo sviluppo dell’economia turistica del Pordoi.

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Sin da epoca preistorica gli abitanti delle valli si cimentarono con le difficoltà della montagna, ma mentre costoro traevano le risorse necessarie per sopravvivere a tale aspro ambiente, in epoche ben più recenti la classe borghese, sia italiana, sia proveniente d’oltralpe, si appassionò alle nostre montagne. Occorre però precisare che gli abitanti delle montagne le rispettavano e le temevano. Basti pensare a come la natura viene descritta nei racconti popolari: possiamo citare ad esempio le raccolte di racconti intitolata “I monti pallidi” di Karl Wolff, composte a fine Ottocento, ma pubblicati e tradotti in italiano solo nel 1951.