PROGETTO BIENNALE “ROSMINI CORSO SERALE”

GLI OBIETTIVI PRINCIPALI DI QUESTO PROGETTO

“Per ricerca – azione si intende un modo di concepire la ricerca in cui viene esplicitamente presa in considerazione la finalità di modificare la realtà sociale, per cui la “validità della ricerca stessa non è nella qualità delle interpretazioni e delle descrizioni, ma nella qualità delle modifiche realizzate rispetto a quelle attese” . Ogni gruppo di lavoro ha ripreso il lavoro iniziale, riorganizzando e ampliando le conoscenze teoriche sulle biografie studiate per poi puntare alla parte pragmatica della ricerca. Il nostro intento è quello di dare voce al femminile in ambito montano, per sottolineare l’importanza del ruolo della donna che è sempre stato tutt’altro che marginale. Vi è stata la cura di ogni gruppo di studiare la sentieristica relativa ai luoghi significativi di ogni donna con l’intento di individuarne uno possibile da dedicarle.

Le donne purtroppo in montagna avevano un ruolo nella gestione della quotidianità e dell’economia domestica che si può benissimo definire “maschile”, poiché gli uomini spesso emigravano e quindi la casa era lasciata completamente nelle loro mani. Erano le donne che dovevano provvedere a tutto ed espletare anche attività pesanti come l’agricoltura e l’allevamento. Come dicevamo, l’alpinismo nelle Alpi crebbe grazie a quei nobili e borghesi d’Oltralpe, uomini e anche qualche donna, i quali nella seconda metà dell’Ottocento frequentavano le nostre valli e scalavano le nostre vette spinti dalla curiosità e della moda del Grand Tour. Per quanto riguarda gli Italiani, la storia dell’alpinismo moderno è stato profondamente influenzato dagli avvenimenti bellici, in particolare dalla Grande guerra.

IL NOSTRO CORSO SERALE SPIEGATO

Tra le “nostre” donne, ricordiamo Cecilia Zulberti, che prestò un fondamentale servizio come portatrice durante la Grande Guerra, intraprendendo faticosi e rischiosi cammini in montagna con zaini o gerle di diversi chili sulle spalle per portare ai soldati accampati in trincea il necessario; Adele Zorzi, grande alpinista e tra le prime donne iscritte alla SAT; Maria Piaz, che grazie alla sua intraprendenza realizzò un’opera di promozione turistica straordinariamente innovativa; Rita Graffer, alpinista ricordata per essere brava quanto i colleghi maschi, che contribuì in modo significativo a sfatare gli stereotipi sull’incapacità delle donne di scalare; le sorelle Pischel, appartenenti ad una famiglia altolocata che riuscirono in un’importante impresa alpinistica smontando stereotipi e pregiudizi;  Anastasia Sperandio, giovane ragazza morta travolta da una bufera di neve durante il lungo cammino di ritorno a casa dopo la stagione lavorativa (A lei è stata anche intitolata nel giugno del 2021 la passerella “Anastasia Sperandio” nel centro di Caoria).

ENTI COINVOLTI

È stato prezioso il contributo e la disponibilità da parte della SAT che ci ha permesso di visionare gli archivi e di confrontarci con alpinisti competenti. Preziosa è stata la consulenza con l’esperto di montagna Riccardo Decarli e la collaborazione con gli escursionisti navigati dei sentieri della Sat per individuare percorsi già esistenti che possano ben rappresentare le nostre donne. Sarà importante poi il lavoro condiviso con le/gli allunne/i dell’Istituto Pavoniano Artigianelli che si occuperanno delle arti grafiche per progettare e realizzare un sito e brochure capaci di divulgare la conoscenza di queste figure preziose in ambito alpino.

Liceo Rosmini

SAT

Istituto Artigianelli

Fondazione Demarchi