ANASTASIA SPERANDIO

Anastasia Sperandio nasce a Caoria, in Val Vanoi, da Francesca Casèr e Beniamino Sperandio. La sera del 12 novembre 1927 Anastasia scende dal treno a vapore Ora-Predazzo alla stazioncina di San Lugano a Ziano di Fiemme per far ritorno a casa al termine della stagione lavorativa. Si incammina verso la casa dei coniugi Vanzetta dove trascorrerà la notte

COSA HA FATTO ANASTASIA SPERANDIO?

Il mattino seguente, nonostante la pioggia Anastasia è pronta per incamminarsi lungo l’impervio sentiero del Monte Cauriol che porta al Passo Sadole (2066 m) e da qui a Caoria: cinque ore di faticoso cammino. La giovane donna era d’accordo con il fratello Antonio di incontrarsi lassù in cima al monte, per fare ritorno a casa insieme. Ma invece del fratello, Anastasia si scontra con una bufera di neve che la vince. Muore così assiderata alla giovane età di 21 anni.

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LA SUA STORIA

Ritrovata otto giorni dopo, sotto sessanta centimetri di neve, viene trasportata a Ziano di Fiemme e tumulata nel cimitero del paese. Ogni anno, da quando è stato creato nel 2004 il “Comitato Anastasia Sperandio Valli di Fiemme e Vanoi”, il Gruppo Alpini di Caorìa e Ziano celebrano la commemorazione di Anastasia sulla “Cros de la Cauriota” dedicata alla sua memoria

Molte famiglie delle valli trentine vivevano a quel tempo nella più assoluta povertà e per i genitori mandare i giovani figli al lavoro era un sospiro di sollievo per l’economia familiare. Tutte le ragazze e ragazzi cominciavano il lavoro appena finita la scuola dell’obbligo. 

A Caoria Anastasia non arrivò mai, e nessuno saprà mai quanto lei soffri quel giorno. I fratello, si seppe poi, era salito verso il passo, ma vedendo il maltempo e la bufera, era ritornato ben presto sui suoi passi, sperando in cuor suo che anche la sorella avesse fatto altrettanto. 

A lei è stata anche intitolata nel giugno del 2021 la passerella “Anastasia Sperandio” nel centro di Caoria. La vicenda di Anastasia ci porta nel cuore di un importante fenomeno sociale che interessava le valli trentine di primo Novecento e in particolare le giovane donne: il fenomeno della piccola migrazione stagionale.

I ragazzi però avevano un vero salario, mentre le ragazze riuscivano a mettersi da parte solo un piccolo gruzzoletto, per potersi compare la dote per il loro futuro matrimonio. La storia di Anastasia è la storia di una delle tante ragazze trentine che nei primi decenni del secolo scorso vivevano una dura esistenza di lavoro e fatica.